Negato un prestito temporaneo del quadro agli Uffizi di Firenze
La Gioconda, nota anche come Monna Lisa, è un dipinto a olio su tavola di pioppo (77 cm×53 cm) di Leonardo da Vinci, databile al 1503-1514 circa, e conservata nel Museo del Louvre di Parigi.L'opera rappresenta tradizionalmente Lisa Gherardini, cioè "Monna Lisa ", moglie di Francesco del Giocondo (quindi la "Gioconda"). Sfatiamo subito leggende metropolitane che parlano di sottrazione all'Italia del celebre quadro :fu Leonardo stesso a portare con sé in Francia, nel 1516, la Gioconda, che potrebbe essere stata poi acquistata, assieme ad altre opere, da Francesco I.
Si sa che un secolo dopo, nel 1625, un ritratto chiamato "la Gioconda" fu descritto da Cassiano dal Pozzo tra le opere delle collezioni reali francesi. Altri indizi fanno pensare che fin dal 1542 si trovasse tra le decorazioni della Salle du bain del castello di Fontainebleau;più tardi Luigi XIV fece trasferire il dipinto a Versailles. Dopo la Rivoluzione francese, venne spostato al Louvre.
Napoleone Bonaparte lo fece mettere nella sua camera da letto, ma successivamente tornò al Louvre. Durante la Guerra Franco-Prussiana del 1870-1871 fu messo al riparo in un sito nascosto.
E ' storia invece , anzi " storiaccia ", Il furto della Gioconda che avvenne la notte tra domenica 20 e lunedì 21 agosto 1911, prima di un giorno di chiusura del museo; della sottrazione si accorse il lunedì stesso un copista, Louis Béroud, che aveva avuto il permesso per riprodurre l'opera a porte chiuse. La notizia del furto fu ufficializzata solo il giorno dopo, anche perché all'epoca non era infrequente che le opere venissero temporaneamente rimosse per essere fotografate.Fu sospettato il poeta francese Guillaume Apollinaire che venne arrestato (aveva dichiarato di voler distruggere i capolavori di tutti i musei per far posto all'arte nuova) e condotto in prigione il 7 settembre.Sospetti caddero anche sull'Impero tedesco, nemico della Francia, ipotizzando un furto di Stato. Mentre crescevano sospetti e polemiche si iniziò a ritenere il capolavoro perso per sempre tanto che il posto lasciato vuoto dalla Gioconda sulla parete fu preso dal Ritratto di Baldassarre Castiglione di Raffaello. Cosa era realmente successo ? Un ex-impiegato del Louvre, Vincenzo Peruggia, originario di Dumenza, cittadina nei pressi di Luino, convinto che il dipinto appartenesse all'Italia e non dovesse quindi restare in Francia, lo aveva rubato, rinchiudendosi nottetempo in uno sgabuzzino. La mattina presto uscì dal museo a piedi con il quadro sotto il cappotto: egli stesso ne aveva montato la teca in vetro, quindi sapeva come sottrarlo. Uscì in tutta calma: chiese anche a un idraulico un aiuto per uscire dal museo, essendo sparita la maniglia del portone d'ingresso, e all'uscita sbagliò tram, optando poi per un più comodo taxi. Messa l'opera in una valigia, posta sotto il letto di una pensione di Parigi, la custodì per ventotto mesi e successivamente la portò nel suo paese d'origine, a Luino, con l'intenzione di "regalarlo all'Italia", ottenendo da qualcuno delle garanzie che il quadro sarebbe rimasto nel suo paese: anche lui riteneva infatti, erroneamente, che l'opera fosse stata rubata durante le spoliazioni napoleoniche.Maturò in questo frattempo nella mente "dell'italico-ladro" l'idea di guadagnare qualcosa dalla fantastica e per lui " patriottica " vicenda , così nel 1913 portò l'opera a Firenze con l'idea di venderla .
Si rivolse all'antiquario fiorentino Alfredo Geri, che ricevette una lettera firmata "Leonardo" in cui era scritto che «Il quadro è nelle mie mani, appartiene all'Italia perché Leonardo è italiano» con una proposta di restituzione a fronte di un riscatto di 500 000 lire «per le spese». Incuriosito, l'11 dicembre 1913, l'antiquario fissò un appuntamento nella sua stanza numero 20 al terzo piano dell'Hotel Tripoli, in via de' Cerretani , accompagnato dall'allora direttore degli Uffizi Giovanni Poggi. I due si accorsero che l'opera non era uno dei tanti falsi in circolazione, ma l'originale e se la fecero consegnare per "verificarne l'autenticità". Nell'attesa il Peruggia se ne andò a spasso per la città, ma venne rintracciato e arrestato. Il ladro, processato, venne definito "mentalmente minorato" e condannato ad una pena di un anno e quindici giorni di prigione, poi ridotti a sette mesi e quindici giorni. La sua difesa si basò tutta sul patriottismo e suscitò qualche simpatia . Egli stesso dichiarò di aver passato due anni "romantici" con la Gioconda appesa sul suo tavolo di cucina.
Approfittando del clima amichevole che allora regnava nei rapporti tra Italia e Francia, il dipinto recuperato venne esibito in tutta Italia: prima agli Uffizi a Firenze, poi all'ambasciata di Francia di Palazzo Farnese a Roma, infine alla Galleria Borghese (in occasione del Natale), prima del suo definitivo rientro al Louvre. La Monna Lisa arrivò in Francia a Modane, su un vagone speciale delle Ferrovie italiane, accolta in pompa magna dalle autorità francesi, per poi giungere a Parigi dove, nel Salon Carré, l'attendevano il Presidente della Repubblica francese e tutto il Governo.
Al Comitato nazionale per la Valorizzazione dei beni storici e ambientali italiani, presieduto da Silvano Vinceti era nata nel 2011 l'idea di riportare ed esporre agli Uffizi di Firenze per un breve periodo la Gioconda per celebrare nel 2013 il centenario del ritrovamento dopo il clamoroso furto, ma la Francia non ha acconsentito al prestito alla città di Firenze. Lo scrive in una lettera il direttore generale dei patrimoni del ministero per la cultura francese, Vincent Berjot. Questa la motivazione !! : ''Sensibile al vostro desiderio di favorire l'accesso dei capolavori dell'umanita' al piu' grande numero possibile di persone - scrive il direttore generale Vincent Berjot a Vinceti - mi dispiace tuttavia di non poter dare un seguito favorevole alla vostra richiesta. Come voi stesso sottolineate, il prestito di quest'opera insigne avverrebbe ponendo moltissime difficolta' tecniche. Piu' fondamentalmente, questo quadro e' indissolubilmente legato all'immagine e alla reputazione internazionale del museo del Louvre, che accoglie ogni anno piu' di 8 milioni di visitatori, venuti dalla Francia e dal mondo intero, che non capirebbero se quest'opera venisse loro sottratta''.
...e la " storiaccia " continua !